I TEMPI DEL POETA IN PIAZZA -1998

di Nicola Lo Bianco – Progetto di Salvo Licata – regia di Mauro Avogadro.

In questo pregevole testo lo scrittore, poeta e attore Nicola Lo Bianco costruisce una felice sintesi delle poesie più significative di Buttitta, iniziando non a caso da personaggi corali che esprimono una disperazione cosmica di fronte alle ingiustizie patite. E’ nato così il canto invettiva dei mietitori che curvano la schiena per dieci ore al giorno sotto il sole accecante. E poi il bellissimo lamento della madre di Turiddu Carnevale, sindacalista di Sciara trucidato dalla mafia. E’ lo stesso poeta che appoggiato al bastone prende in piazza il centro della scena e narra, alla maniera dei cantastorie, la disperazione della donna. Una immagine suggestiva: la madre di Carnevale, Marabedda, la nurrizza, cioè la nutrice che allevò Ignazio bambino, esprime con grande freschezza e forza d’animo il suo grido di dolore per la perdita del figlio, mentre tutt’intorno si riempie di contadini e gente del popolo.
E poi ancora il dramma di un’altra madre, quella di Turi Scordu, surfararu di Mazzarino, che emigra in Belgio e resta vittima assieme a tanti altri del disastro avvenuto nel 1956 nella miniera di carbone di Marcinelle. La madre di Turi ascolta straziata la chiama delle vittime tra cui c’è il figlio.


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